Ogni anno, puntualmente, il 25 aprile è destinato ad alimentare inutili e immotivate polemiche. Fortunatamente, tutto ha luogo solo negli studi televisivi fra talk show e Tg. Oltre che sui social ovviamente. Insomma, tutto in un mondo sostanzialmente virtuale.
Da una parte una sinistra che, avendo esaurito argomenti, insiste sull’antifascismo militante e dall’altra una destra conservatrice che, eccezion fatta per la fiammella ridotta di FDI alla quale la Meloni non vuole comunque rinunciare, e le sclerotiche esternazioni di La Russa, anch’essa oramai integralmente antifascista.

Insomma, un teatrino senza né capo, né coda. L’importante è dare l’impressione che esista una maggioranza e una opposizione che ogni giorno danno entrambe lavoro a opinionisti, storici (solo quelli rigorosamente allineati) e soprattutto sondaggisti. Importantissimi quest’ultimi in quanto ogni tre giorni danno le classifiche come se si trattasse di un campionato di calcio.
Ad onor del vero, e per dovere di cronaca, ci corre l’obbligo informare i lettori che in realtà, il fascismo in Italia esiste anche se non si esprime, non protesta, non si mostra e soprattutto non vota.
Domani 25 aprile festa dei vincitori di una guerra tradita, saranno decine le manifestazioni che ricorderanno quelli che secondo il pensiero unico dominante, combatterono “dalla parte sbagliata”.
Da Sant’Angelo in Formis (Ce) presso il Sacrario dell’Armata Silente al Cippo di Campoverde al Campo della Memoria di Nettuno per onorare i caduti della Repubblica Sociale; Da Porzus dove nel febbraio del 1945 un intero reparto delle Brigate Osoppo, capeggiato da Francesco De Gregori, detto “Bolla” (zio dell’omonimo cantautore), venne ucciso da un gruppo di gappisti comunisti, comandati da Mario Toffanin. Nell’eccidio persero la vita diciassette partigiani, tra cui Guido Pasolini, fratello minore di Pier Paolo, a Pietra La Spina frazione di Pastena (Fr) dove goumiers marocchini trucidarono cinque cittadini colpevoli solo di essere italiani.
Ecco dove potrebbero trovare qualche “fascista” dai capelli canuti ricurvo sulle spalle e sorretto da un bastone. Intento a depositare un fiore su una lapide in religioso silenzio, ma loro no. Lo cercano fra i Crosetto, i Donzelli, i Fini & Meloni, laddove il fascismo non avrebbe mai potuto esserci.
La Russa, cari “compagni” vi prende in giro. E’ solo un simpatico burlone.