E’ stato scongiurato per il momento il pericolo dello stop alle auto nuove a benzina e gasolio dal 2035. La contrarietà dell’Italia è stata decisiva, ed è la dimostrazione che ci si può opporre alle losche trame del World Economic Forum (WEF) e con una dura lotta vederle definitivamente sconfitte. Vediamo come sono andate le cose e cosa potrebbe accadere in futuro.
Cosa ha fatto saltare l’accordo
Il voto alla riunione degli ambasciatori UE sul regolamento che prevede lo stop dal 2035 alla vendita di auto nuove diesel e benzina è stato rinviato ad altra data da destinarsi. Un portavoce della presidenza svedese dell’unione ha detto: il Coreper la riunione degli ambasciatori tornerà sulla questione a tempo debito. Fortunatamente per milioni di europei la perplessità della Germania unita alla contrarietà di Polonia e Italia e l’astensione di Bulgaria hanno fatto saltare tutto l’iter. Il parlamento europeo aveva già dato la sua approvazione finale il 14 Febbraio scorso, poi c’è stato il colpo di scena martedì 28 Febbraio con il governo italiano che ha fatto sapere di votare contro il provvedimento.
A questo punto rischio per i tecnocrati accoliti del WEF era che uno dei tasselli più significativi e simbolici della Net-Zero del club di Davos facesse crollare l’intera impalcatura falsa ecologista. Per evitare questo scenario la presidente svedese dell’unione europea ha optato per rinviare l’iter a mercoledì, al che si sono aggiunte le perplessità del partito liberare tedesco che ha costretto a un nuovo rinvio a data da destinarsi.
Cosa richiede provvedimento per essere approvato
Si prende tempo per cercare di convincere il governo tedesco, con la convinzione che basterà lasciare aperta la porta ai biocarburanti per convincere i tedeschi. Ricordiamo che con l’astensione di Germania e Bulgaria e la contrarietà di Polonia e Italia il provvedimento che richiede una maggioranza qualificata ossia il 55 per cento dei paesi che rappresentino il 65 per cento della popolazione non passa. E’ quindi fondamentale che tutti rimangano fermi sulle posizioni,così che, altri paesi si convincano del danno enorme che verrebbe fatto soprattutto ai cittadini meno abbienti, anche se in realtà tutti verrebbero danneggiati. Il ministro per le imprese e il made in Italy Adolfo Urso a Bruxelles per il consiglio competitività ha chiarito che allo stato attuale non c’è nulla che Bruxelles possa offrire per fargli cambiare idea.
Perchè si vota contro
L’Italia vota contro come segnale per quanto riguarda tutta l’attività che la commissione, le istituzioni europee faranno, e faremo insieme a loro nei prossimi mesi che riguarderanno gli altri dossier che sono ancora aperti, non soltanto quelli inerenti all’auto ma anche quelli inerenti packaging piuttosto che l’ecotessile dossier dei quali noi chiediamo ragionevolezza. Confidare che nel 2026 ci saranno un nuovo parlamento europeo e una nuova commissione con tutta probabilità senza la Von der Leyen potrebbe essere insufficiente e soprattutto tardivo.
Bisogna esprimere dei no convinti e fermi a tutte le losche trame del WEF a danni dei popoli. Il minitro Urso ha anche detto: non vediamo perchè debba essere cosiderata soltanto l’elettricità, non è una religione, ma una tecnologia come le altre. Se altre tecnologie per esempio pensiamo ai biocombustibili possono permetterci di raggiungere lo stesso obiettivo perchè non dobbiamo utilizzarle.
Ma soprattutto ha messo in luce un pericolo con le parole: non possiamo passare dalla subordinazione all’energia fossile della Russia che paghiamo a caro prezzo alla subordinazione alle materie prime che sono appannaggio della Cina e alla tecnologia green che oggi in gran parte si realizza in Asia. Passeremmo dalla padella alla brace, non c’è lo possiamo permettere, non possiamo lasciare ai nostri figli questa eredità.
Cosa ha fatto cambiare idea
Cosa ha fatto cambiare idea a Germania e Italia che il 23 Novembre scorso a livello di coreper avevano votato a favore?
Certamente hanno approfondito il tema, ma decisive sono state anche le proteste delle associazioni di categoria oltre al malcontento di buona parte della popolazione quella più sveglia e attiva che si rende conto di dove WEF vuole portare le persone. Lo hanno detto apertamente, nel 2030 non possederai nulla e sarai felice. LORO saranno felici, ma in realtà ci vogliono schiavi.
Prima è avvenuto l’attacco alla casa, ora all’auto, poi ci sarà l’attacco al contante con l’introduzione dell’euro digitale. Vorrebbero derubarci di tutto ciò che abbiamo. Per questo continuare a lottare perchè ciò non avvenga è assolutamente determinante. Non si deve cedere neanche di un millimetro nel dire NO a tutte e diciamo TUTTE le losche trame del WEF. Abbiamo avuto dunque la dimostrazione che è possibile opporsi con successo al club di Davos. Rimaniamo forti e ottimisti, consapevoli che i nemici dei popoli non sono ancora stati sconfitti, PER ORA.