Noi del gruppo editoriale Ager Campanus-Associazione Metroterranea, orgogliosamente “Stampa libera”, lontani dal “mainstream”, denunciammo il sistema tangentizio già 5 anni fa nel silenzio dei media di regime.
Sono trascorsi più di 5 anni da quando sul Corriere delle Città, (versione cartacea di sabato 14 aprile 2017), denunciammo quello di cui tutti oggi sembrano meravigliarsi. I ladri, dicono, non hanno colore, ma il PD, e lo scrivemmo a chiare lettere, all’epoca era già una vera e propria associazione a delinquere. “Palamara docet”.
Denunciammo gridando evidentemente in quello che si rivelò il deserto delle coscienze, lo scandalo che vide l’aumento dell’importazione in Italia di 35.000 tonnellate annue dell’olio tunisino. Una poltiglia nauseabonda spacciata per “olio extravergine di oliva”, che invase gli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata. Un prodotto saturo di pesticidi di cui fu vietato l’uso in agricoltura fin dagli anni 70.
Il silenzio dei media, all’epoca dei fatti, “mainstream” fu maledettamente assordante.
Scrivemmo nomi e cognomi di quelle nefandezze allegando le foto delle loro tronfie facce. Andrea Cozzolino ad Antonio Panzeri arrestato solo qualche giorno fa per il “Qatargate” già “operavano”.

Scrivemmo che facevano parte della “Banda del Torchio”, ovvero quella “banda” che “accontentò” per così dire, quel Habib Essid, all’epoca potente primo ministro tunisino e nel contempo, uno dei maggiori produttori di olio in Tunisia (facevano capo a lui le quattro più grandi aziende del Paese).
Oggi l’amara chiosa e la magra consolazione del nostro gruppo editoriale “Ager Campanus e Associazione Metroterranea”: “Noi ve lo avevamo scritto”.
Per la cronaca, il Tempo impiegato per far passare il provvedimento sull’olio tunisino fu di “quarantacinque lunghissimi minuti”.
Non si ebbero invece notizie su ritrovamenti di contante, né di “mazzette”, ma questo lo lasciamo alla libera interpretazione del lettore e soprattutto dell’elettore.