Se dovessimo citare il comitato scientifico di valutazione magari viene in mente subito qualcosa di serio e affidabile giusto? Allora citiamo alcune prove con cui rispondere a tutti, ma proprio tutti, coloro che criticano il Reddito di cittadinanza (RdC) e tutti coloro che lo percepiscono. Dalla relazione del comitato scientifico di valutazione leggiamo:

Perchè parlano contro questo sussidio
Spesso sentiamo delle interviste di soggetti e non citiamo nomi, che parlano di RdC solo in relazione al lavoro. Perché lo fanno? Perché gli viene comodo, perché in questo modo sottovalutano i risultati ottenuti da RdC sul contrasto alla povertà. Ma bisogna precisare che il principale criterio per accede al sussidio non la mancanza di un’occupazione ma l’insufficienza delle risorse proprie e della propria famiglia. Infatti il reddito di cittadinanza è nato con l’obiettivo di garantire a chi lo riceve di poter soddisfare i bisogni fondamentali propri e della propria famiglia, oltre a quello di vivere dignitosamente.Parliamo di un tetto sulla testa, di alimentazione sufficiente, vestiario, un minimo di mobilità ecc.
Parliamo di lavoro
Vogliamo parlare di lavoro? Anche tutti coloro che sono teoricamente occupabili devono poter soddisfare i propri bisogni e quelli dei propri familiari, quindi hanno bisogno di un sostegno economico contro la povertà fino a quando riuscirà, se riuscirà, a trovare un’occupazione che gli consente di non avere più bisogno del RdC.
Poi ricordiamo che tra coloro che percepiscono il RdC ci sono anche delle persone occupate che però non guadagnano a sufficienza per sé e per la propria famiglia. Un’altra critica mossa contro il reddito di cittadinanza è che i percettori non siano effettivamente poveri. Bene partiamo da una premessa, la povertà assoluta cambia sia in base a come sia composta la famiglia ma soprattutto dal luogo in cui si vive.
Lo sappiamo tutti che con la stessa spesa e parliamo di consumi in generale, si può considerare una famiglia povera, magari in una regione del nord, ma non è la stessa cosa in piccolo comune del mezzogiorno. Spesso si dice che coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza siano più presenti al sud. Facile a dirlo se non consideriamo il diverso costo della vita.
Infatti confrontando i percettori RdC con i poveri calcolati dall’ISTAT le regioni del centro nord potrebbero essere viste come svantaggiate per l’accesso RdC, ma sono anche quelle che hanno più beni pubblici. Un altro fattore non da meno è quello riguardante gli stranieri e la richiesta della residenza. Infatti gli stranieri sono più numerosi al centro nord e sono anche coloro che sono più poveri proprio in queste regioni. E non finisce qui, perché bisogna considerare anche i minorenni e le famiglie con minorenni, specie se numerosi che non vengono considerati nel modo giusto.
Proposta del comitato scientifico
Quale potrebbe essere la soluzione? Bene il comitato scientifico di valutazione propone proprio di dividere il sussidio monetario in due parti:
1) Nazionale che sia quindi uguale per tutti anche più basso rispetto a quello attuale.
2) Regionale che consideri tutti i fattori di cui si è parlato prima.
Categorie penalizzate
Si parla spesso di un RdC facile di ottenere. Ma sapete quante categorie sono penalizzate? Iniziamo con i minorenni e le famiglie numerose che vengono penalizzate a causa degli attuali indicatori che ci ritroviamo nell’ISEE soprattutto la scala di equivalenza. Consideriamo anche coloro che hanno un patrimonio appena al di sopra delle soglie richieste. Magari hanno un reddito molto più basso di chi invece percepisce il RdC ma ha un patrimonio appena inferiore alle soglie.
Difficoltà di accesso anche per gli stranieri soprattutto perché il criterio di residenza legale necessaria è di almeno 10 anni, di cui ultimi 2 continuativi. È un requisito di residenza davvero alto, il più alto in Europa.
Una soluzione sarebbe quello di ridurlo a 5 anni. C’è un altro aspetto che penalizza anche i percettori stessi, perché il beneficio può decadere anche se solo uno dei componenti del nostro nucleo familiare non rispetta gli obblighi legati alla ricezione del beneficio. Considerando cosi tutta la famiglia come colpevole. Ma ricordiamoci la responsabilità è sempre individuale ed inoltre dovrebbe essere garantito il sussidio per soddisfare i nostri bisogni di base. Sarebbe più logico decurtare l’importo RdC solo della quota imputabile al componente che non ha rispettato gli obblighi.
Concludendo
Sono solo alcune prove per dire che il RdC non dovrebbe essere abolito del tutto, ma magari migliorarlo sotto alcuni aspetti. Questo sarebbe un atto di riguardo verso le tante persone che sopravvivono grazie a questo sussidio. Esse altrimenti non avrebbero nessuna possibilità ma sarebbero abbandonate nell’assoluta povertà. Bisogna sempre ricordare che il rispetto per le persone bisognose non dovrebbe mai mancare, poiché sarebbe come calpestare la loro stessa dignità.