Da oggi, cercheremo attraverso brevi interviste, di approfondire la conoscenza dei candidati radicati sul territorio, cominciando da quella considerata a livello nazionale “la nuova offerta politica” rappresentata da Azione di Carlo Calenda con la candidatura al Senato della Repubblica di Vittoria Cristiano, frattese, centrista e cattolica.
– Cosa l’ha spinta a candidarsi in un collegio così difficile e per giunta in una realtà nuova come Azione di Calenda e Renzi che, anche se fortemente centrista, resta pur sempre una new entry nel panorama politico nazionale.
– La risposta ad una chiamata alla candidatura è un atto di coraggio, una testimonianza all’impegno in prima persona. Gli ultimi drammatici eventi (Pandemia, guerra russo ucraina e crisi economica) hanno messo definitivamente in ginocchio la nostra società. È il tempo di ricostruire partendo dai problemi che ci affliggono. Ritengo che la nostra Repubblica è stata concepita per offrire la massima rappresentanza e non può ridursi ad uno scontro tra due poli. Occorre la presenza di un terzo polo che attenui gli estremismi ideologici e che si occupi dei problemi reali del Paese (dei giovani, delle famiglie e delle imprese) affinché vengano prodotti i mezzi economici necessari al ripristino della coesione sociale.
Quali, secondo Lei le priorità e le problematiche che dovrà affrontare il prossimo governo del Paese, e più precisamente il territorio in cui Lei si candida?
– In primis le conseguenze delle guerre in atto e l’aumento del costo dell’energia. L’attuazione del PNRR dovrà spingere l’economia nazionale alla ripresa e alla riduzione del divario Nord e Sud. Le politiche della transizione ecologica debbono essere accelerate per proteggere l’ambiente destinato alle future generazioni. Il nostro territorio, evoluzione storica degli antichi casali di Napoli, è costituito da aree omogenee tra la costa, le isole e di transito con le zone regionali interne. Queste necessitano di infrastrutture ed investimenti che sviluppino le imprese turistiche, commerciali e dei servizi esistenti, e favoriscano i poli esistenti, fondati sul tessile -calzaturiero, sulle industrie metalmeccaniche e aerospaziali, e la creazione di imprese orientate all’innovazione tecnologica.
– Ritiene anche Lei che Draghi rappresenti la soluzione a tutti i problemi degli italiani oppure è stato un ripiego visto lo scarso spessore e la conclamata inadeguatezza dimostrata dalla classe politica tutta fino ad oggi?
– Il governo tecnico è stata la risposta istituzionale alla crisi dei partiti che hanno smesso di produrre classi dirigenti. La carenza di leader capaci per visione ed in grado di governare le varie istituzioni è un dato di fatto. La conseguenza negativa per la democrazia è stata avvertita da tutti attraverso il distacco delle persone dalla politica e la formazione di elites che si impongono anche grazie ad una legge elettorale che non promuove una legittima rappresentanza dei territori.
– I sondaggi, che lasciano il tempo che trovano, indicano in Giorgia Meloni il potenziale prossimo Presidente del Consiglio. Al di là delle differenti posizioni ideologiche che, evidentemente la differenziano dalla leader di FDI, come vede la novità di “una donna al comando”?
– Le capacità politiche e di governo prescindono dal genere. I sondaggi non sono numeri scolpiti nella roccia ma mutano a secondo dell’umore dei cittadini. Noi di Azione con leader Calenda siamo fiduciosi nell’esito del 25 settembre.
– Da donna di centro, dovesse auspicare un futuro dialogo con una delle due maggiori coalizioni, propenderebbe più verso il centrodestra della Meloni o il centrosinistra di Letta e Di Maio ?
– Guarderei ai programmi e agli obiettivi e sposerei il progetto giusto per risolvere il degrado morale, sociale ed economico in cui versa il nostro Paese. Da donna di Fede e di speranza concludo chiedendo la benedizione del cielo sulle nostre Azioni.