Fermato da una pattuglia reagisce perché sicuro dell’impunità. Silenzio assordante di politica e magistratura. Terra di Lavoro come Medellin negli anni 90 .
Eloquente la terminologia del giovane arrestato. Più che parole infatti, potrebbero essere definite “eruttazioni celebrali” scrive in un post su facebook l’amico e collega Paolo Chiariello del quale riportiamo integralmente lo scritto, dove il “soggetto” arrestato viene definito “signore”.

Il signore in questione (e non c’è nessuna ironia) è stato fermato dalla polizia che avrebbe dovuto portarlo in Questura e qui gli agenti avrebbero proceduto alle contestazioni dei reati. Solo che il signore, usando un linguaggio forbito, contesta l’arresto, mostra di non gradire le manette e men che meno gradisce essere accompagnato nell’ufficio di polizia in una volante. Povera volante, auto un tempo indistruttibile. Questo signore (ripeto, non c’è ironia) deve sapere che è molto fortunato. Se l’avessero fermato i poliziotti dell’Illinois o dell’Iowa o del distretto di New York o qualunque altro Stato dell’Unione oggi sarebbe già su un marmo freddo del Secondo Policlinico in attesa di autopsia. Ma lui se la caverà. Per fortuna, aggiungo io. Se poi incontra un giudice italiano comprensivo presto lo vedremo salire (e forse scassare) su altre auto della polizia.
Ah, a proposito, tocca scrivere, perché la nostra Costituzione ce lo impone, che il signore protagonista di questa performance è una persona perbene, è innocente fino al terzo grado di giudizio. E tocca aggiungere che questo video l’abbiamo ritoccato, allargato, “rivoluzionato”, affinché non venga riconosciuto il signore che devasta l’auto della polizia, inveisce, insulta e minaccia i poliziotti. Povera Italia. Stiamo per estinguerci!
Ah, come avete avuto modo di capire siamo ad Aversa, vicino Napoli. E il signore non parla napoletano ma una lingua strana. Fonemi indistinti. Rumori. Dei rutti cerebrali.
Preferiamo, al momento, non aggiungere altro al trattamento, più che professionale, del collega Chiariello. E lo facciamo per due validi motivi. Il primo è quello di evitare di toccare la suscettibilità di una magistratura “poco attiva” (e ci siamo tenuti “soft”) astenendoci, per il momento, dal giudicare l’operato di quest’ultima; Il secondo è quello di evitare (sempre momentaneamente) di mettere sotto accusa una politica sempre più tesa a difendere interessi di un elettorato composto da elementi “border line” come ad esempio il “signore” arrestato di cui sopra che cittadini comuni e Forze dell’Ordine continuamente vessati, vilipesi e calpestati dal “nuovo che avanza” in Terra di Lavoro.