Morto un Palamara, se ne fa sempre un altro, avranno pensato alla Procura di Milano. Ed ecco partita la prima bordata contro Fratelli d’Italia, un partito che sta crescendo troppo nei sondaggi nonostante il fuoco di fila della 7 che, all’uopo, ha arruolato una nutrita squadra di “cecchini”. Da Padellaro alla Gruber; Da Parenzo a Travaglio, e ancora Pedullà, Floris, Mentana, Santoro, insomma, l’emittente televisiva di Cairo, sembra essere diventata “Telekabul” anni 70 tant’è che Giorgia Meloni, la leader di FDI si è vista, in queste ultime ore, costretta a difendersi a suon di querele.
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Sei giorni su sette di martellamento continuo da parte del “mainstream” non sarebbero bastati quindi ad arginare il consenso che l’elettorato tributava a FDI, che giorno per giorno aumentava “pericolosamente” le percentuali riferite all’intenzione di voto. E le politiche sono oramai dietro l’angolo.
Fermi tutti. Ci pensa “Toga Rossa” avranno pensato gli stessi burattinai che solo 48 ore prima avevano tentato di far fuori Giuseppe Conte, che al momento risulta essere l’altro problema che impensierisce non poco il “sistema”.
Ed ecco partita l’inchiesta. Il primo nel mirino è l’europarlamentare Carlo Fidanza. Accusato di corruzione. Aperta un’inchiesta per le dimissioni (il 25 giugno 2021) del consigliere comunale di Brescia, Giovanni Acri che, secondo l’accusa, lasciò l’incarico per far posto a Giangiacomo Calovini, ritenuto, secondo l’accusa, appartenente alla corrente politica di Fidanza. Acri, in cambio, secondo la Procura, avrebbe ottenuto l’assunzione del figlio diciassettenne nello staff dello stesso eurodeputato. L’inchiesta è coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Giovanni Polizzi.
E il film, (già visto) continua ……..