Elettorato disgustato e deluso fa registrare il record di astensionismo, soprattutto a Napoli dove l’elettorato di destra non va a votare un candidato a sindaco notoriamente di sinistra, che per giunta, ad inizio campagna elettorale esordì annunciando di non volere l’appoggio dei partiti.
Presunzione tipica di una “toga rossa” alla quale gran parte della cosiddetta “fascisteria napoletana” non ha perdonato l’assurda persecuzione ai danni dei ragazzi di Casapound. Un’inchiesta giustamente archiviata dal giudice, ma non dalla memoria della destra napoletana. Una destra che sembra aver deciso di abbandonare il ruolo di “servo sciocco” di personaggi che col pensiero di destra non hanno mai avuto nulla a che fare. Ancora vivo infatti è il ricordo dell’”Operazione Giuda” durante l’ultima tornata elettorale per le regionali allorquando i Cesaro (FI) appoggiarono apertamente Italia Viva di Matteo Renzi a causa di faide interne con Stefano Caldoro.
Giorgia Meloni è chiamata quindi a fare delle scelte chiare e nette in Campania, fin dalle prossime ore. Non basta l’aver nominato Sergio Rastrelli nuovo responsabile del partito a Napoli, ma con estrema chiarezza dovrà indicare la strada da seguire.
Una è quella che porterebbe (forse) ad una vittoria fatta di somme di numeri, ma che poco o nulla cambierebbe nel modus operandi nella gestione della cosa pubblica in Campania, per cui, tanto vale che continui a farlo De Luca, molto più avvezzo a determinati andazzi; L’altra strada è quella più tortuosa, ripida e lunga. Quella che giocoforza si dovrà percorrere in solitaria. Sicuramente più dignitosa e coerente. Certo non sarà cosa semplice fare a meno di personaggi che per anni si sono resi complici delle sinistre appoggiandole nei momenti cruciali (vedi Marco Nonno con De Magistris), personaggi che grazie a tali atteggiamenti hanno accumulato consenso giocando su più campi. Un gioco molto in voga all’ombra del Vesuvio. La Giovanna D’Arco della Garbatella sarà chiamata dunque alla prima grande prova sulla strada di Palazzo Chigi. Una prova che al confronto, le trappole di fanpage sembreranno “passeggiate de salute”