Non ha tradito le aspettative l’incontro del Senatore Gianluigi Paragone con i cittadini di Fondi. L’evento tenutosi all’Albergo dei Fiori nella mattinata di sabato 12 giugno, ha confermato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che se gli uomini si rivelano sovente fallaci, talune Idee restano come capisaldi a tracciare il giusto percorso.
Gli interventi del coordinatore provinciale di ItalExit Alessio Pietrobon, di Laura Fiore, di Francesco Mastrobattista e dell’organizzatore dell’evento Gianluca Magone di Gaeta hanno fatto da apripista toccando con interventi sintetici ma pregnanti le scottanti problematiche che, a distanza di anni, restano irrisolte sul tappeto oramai lordo, della politica italiana.
Molti gli under 25 ad affollare la sala del convegno. Ciò nonostante non è stato difficile riconoscere dietro le mascherine, volti noti della politica locale fra cui il Presidente del Consiglio Comunale Avv. Giulio Mastrobattista. Ancora viva in queste ore la diatriba con i vertici locali di FDI che lo accusano di “Alto Tradimento” per aver barattato la poltrona di Presidente del Consiglio Comunale con il ruolo di oppositore, laddove il voto popolare lo aveva posto.
Presenti anche molti volti noti di quella che fu la cosiddetta “destra radicale” come il Dott. Giampaolo Costa ex dirigente regionale di Forza Nuova, oggi, apparentemente spettatore disinteressato.
Il convegno, per la natura delle tematiche toccate, non poteva che attrarre l’interesse di quella destra sovranista e patriottica troppo spesso tradita e vilipesa. Chi non ricorda lo slogan “Fuori dall’Europa; Fuori dall’Euro”, quando questo veniva profferito da Beppe Grillo e dal M5S? Certo, erano i tempi del “Vaffa”, e tutto sembrava presagire ad una rivoluzione goliardica, fatta di sketch e battute da avanspettacolo. La politica, grazie a Dio, si è rivelata arte molto più seria e nobile.
Anche il neo centrista Matteo Salvini, prima di essere folgorato come San Paolo sulla Via di Damasco, fino a qualche anno fa urlava “Fuori da questa Europa”, ma si sa, il fascino della Signora della politica italiana, Sua Maestà “la Poltrona”, è per molti, irresistibile. Tant’è che dopo qualche giro di Mojito, anche “Matteo da Giussano”, si è accomodato lasciando sola ed in piedi la Meloni. Proprio come Erdogan fece con la Von Der Layer. Ma quella fu altra storia.
Paragone rimanendo fedele ai suoi princìpi, riprende oggi la madre di tutte le battaglie contro un Europa matrigna che non persegue gli interessi dei cittadini, ma solo quelle delle multinazionali che hanno nel tempo avvelenato il tessuto sociale stravolgendo finanche una Costituzione che recita nel suo primo articolo quello che oggi suona come una colossale presa in giro: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Comprensibile dunque l’allegorico sillogismo “Cicciolina è vergine”.
Alla fine del condivisibile discorso del Senatore Gianluigi Paragone che ha inevitabilmente puntato il dito sull’oramai marcescente politica italiana, incapace di difendere il lavoro e l’economia nazionale, abbiamo avuto modo di rivolgergli qualche domanda:
- Senatore, in una sorta di ritorno al bipolarismo classico, pensa che il suo neonato movimento “Italexit” possa trovare sponda nei partiti sovranisti, qualora lo fossero ancora, della Meloni e di Salvini?
- Meloni e Salvini hanno intrapreso un loro percorso, dettato, probabilmente più da tatticismi che da ripensamenti su tematiche come quella sull’uscita dall’Europa. Almeno lo spero per loro.
- Non ritiene che lo slogan “Fuori dall’Euro” sia stato fin troppo “inflazionato”, utilizzato spesso per raccogliere consensi e poi puntualmente disatteso?
- Purtroppo questo è vero. L’unica realtà tangibile è però quella che ci vede qui a perseguire quell’obiettivo, mentre altri puntano a governi ibridi finalizzati solo a mantenere lo Status Quo.