Renzi 10: Col suo schema ha migliorato la squadra. Sono entrati i campioni, sono usciti molti scarponi. Gli è rimasto un solo posto in squadra ed ha indicato una donna, professoressa, non parlamentare. Dà lezione soprattutto a sinistra;
Salvini 9: Ritorna in campo, entra in area, semina gli avversari, spariglia, conquista la nazionale e un posto nell’Europa che conta. Chiede il ministero per la disabilità e lo ottiene, smonta un ministero del Pd e si accolla, con coraggio, le responsabilità del turismo e dello sviluppo economico. Roba da far tremare polsi e consensi. Il Papete è solo un ricordo;
Draghi 8: Prende la fascia di capitano e da solo allontana lo spettro della retrocessione. Fuoriclasse di poche parole. Vuole vincere la sfida perciò chiama i migliori e mette i partiti in panchina. Mantiene comunque lo spogliatoio unito. Un punto in meno perché col suo palmares poteva osare di più;
Meloni 7: Gioco all’italiana, attendista, ormai copre da sola tutta la fascia destra. Senza pregiudizi, pronta a dare una mano alla nazionale senza chiedere ingaggi e posti in campo. Attaccata alla maglia, ha ancora una lunga carriera davanti;
Berlusconi 6: La classe non è acqua. Riesce a stare ai piani alti della classifica, senza avere una squadra all’altezza. Stanco, a fine carriera, riceve l’omaggio direttamente da Draghi. Si prende la rivincita storica su tutti i suoi acerrimi avversari. Su tre ministri, indica due donne. Unica pecca, non aver trovato un erede;
Di Battista 5: Tradito dai compagni, si è ritirato con dignità. Era l’unico attaccato alla squadra ed ai tifosi.
Zingaretti (PD) 4: Surclassato in casa da Renzi, Salvini e Berlusconi. La sua presenza in campo non si vede mai. Draghi ha ridimensionato la sua squadra. Salvini gli ha sfilato un ministero col portafoglio (il turismo). Aveva auspicato più donne in campo, lui non ne ha indicata nemmeno una. Trema la sua panchina, a fine anno sarà sostituito. Ha lasciato sguarnita la fascia sinistra;
Di Maio 3: Mentre i suoi hanno perso il posto, Giggino ha mantenuto il suo. Unico leader di partito a prendere un ministero. Quando il gioco si fa duro, lui scappa, trama e tradisce i suoi compagni pur di mantenere un ingaggio alto. Ormai ha sfasciato lo spogliatoio. Con Draghi in campo, lui all’estero non conta nulla. Senza più bandiere. Mercenario;
Beppe Grillo 2: Simulatore di professione. Il ministero della transizione ecologica non è quello che voleva. Draghi non ha accorpato lo sviluppo economico andato alla Lega che Grillo non voleva nemmeno in squadra. Subisce i dribbling di Berlusconi che gli sfila il ministero del sud. Colpa sua se i grillini sono retrocessi ed i tifosi sono in subbuglio;
Giuseppe Conte 1: Conte chi?? Resterà negli almanacchi, non nella storia. L’uscita da Palazzo Chigi somiglia a quella dalla casa del grande fratello. Accantonato dai suoi, ora cerca una squadra ed un posto. Prova col Siena… Ci sono e ci sarò? Meglio c’ero e non ci sarò più.