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o avuto la fortuna di poter assistere a questo spettacolo a Napoli il 21 dicembre 2019 al Palapartenope e a volte mi sembra ancora di essere lì, seduta su quella sedia, in quel regno magico che la compagnia Bit è stata in grado di creare con le loro voci, i loro costumi, le loro scenografie e le loro rappresentazioni, in un vortice di emozioni che è difficile spiegare a parole
Il più famoso romanzo di Natale di Charles Dickens, adattato per il teatro musicale da Melina Pellicano (autrice e regista) con le musiche di Stefano Lori e Marco Caselle, è pronto a far sognare adulti e bambini.
Sul palco troviamo un cast artistico di oltre 20 elementi, effetti speciali curati da Alessandro Marrazzo, musiche originali, 150 costumi ed imponenti scenografie.
La storia è quindi quella di Ebenezer Scrooge, un ricco uomo d’affari reso avaro ed egoista dalla vita. Non sopporta le feste di Natale e le considera solamente un dispendio di denaro e felicità inutili: infatti, anche se il Natale è alle porte, lui non si cura dei suoi impiegati e li fa lavorare fino a tardi e con una paga misera; non vuole fare una donazione ai poveri e non permette al nipote venuto a trovarlo di entrare in casa.
Un giorno, sulla porta di casa, trova lo spettro del suo ex socio in affari, Jacob Marley, che cerca di fargli cambiare idea: gli dice che il modo in cui sta conducendo la sua vita è sbagliato e se ne pentirà, proprio come se n’è pentito lui. Lo informa allora che verranno a trovarlo tre fantasmi: il primo simboleggia il Natale passato, il secondo il Natale presente e il terzo il Natale futuro.
Lo spettro del Natale passato mostra a Scrooge un Natale molto triste di quando lui era un bambino: abbandonato in collegio dal padre, privato dell’amore della sorella e, in seguito, rifiutato dall’amore della sua vita, Bella, che si rende conto di questo suo spirito avaro che sta prendendo il sopravvento. Il fantasma del presente gli farà vedere la solitudine con cui passerà il giorno di Natale mentre tutti gli altri godranno della felicità di condividere il giorno più caloroso dell’anno. Non ancora convinto, Scrooge riceve l’ultima visita dal fantasma del Natale futuro che gli mostrerà quanto la sua morte sarà dimenticata da tutti e che nessuno andrà a trovare la sua tomba. Dopo queste tre visite, finalmente, il protagonista capirà di aver sbagliato tutto e inizierà a far prendere un’altra piega alla sua vita.
Aver avuto la possibilità di vedere prendere vita questo musical dal vivo è stato meraviglioso per me, un sogno che si susseguiva davanti ai miei occhi prendendosi il mio respiro e una parte del mio cuore, che a questo punto non rivoglio più indietro. L’eleganza è stato un tratto fondamentale, così come gli incastri perfetti, le voci, le interpretazioni, le scenografie… Ogni persona alla fine non poteva trattenersi dall’applaudire, dal versare lacrime, dal sentirsi parte di un qualcosa che l’intera compagnia è riuscita a creare.
Le emozioni sono state il veicolo che ci ha guidati dall’inizio alla fine: i momenti di rimpianto, nostalgia e tenerezza davanti al passato di Ebenezer, la commozione per la sua vita, la tristezza per la sorte del povero Tim, lo stupore, la meraviglia, la paura e poi l’amore e soprattutto la speranza.
L’attore principale, Fabrizio Rizzolo, riesce infatti a creare l’immedesimazione negli spettatori toccandone le corde più intime, rendendo perciò al meglio l’intenzione di Dickens, quella di far riflettere e ammonire i suoi contemporanei con un messaggio valido ancora oggi: Il Natale può essere un’occasione in cui potersi fermare a riflettere, un momento per porsi in maniera propositiva verso il cambiamento, un’occasione per un coraggioso atto di trasformazione, che ognuno di noi vorrebbe fare ma che spesso dimentica.
Melina Pellicano, regista e autrice, dichiara che nell’adattamento al musical ha voluto essere il più fedele possibile al romanzo perché la scrittura di Dickens è già di per sé molto teatrale, affermando:
«Certo c’è qualche differenza nella vicenda e nei personaggi, ma sempre nel rispetto del racconto originale e nello spirito di Dickens. Questo è stato voluto ed è un piccolo modo personale per rendere omaggio allo scrittore.
Ho scelto di aprire lo spettacolo con il monologo e la canzone del piccolo Tim, per affidare ad un bambino il compito di spiegare “come stanno veramente le cose”, per spiegare al pubblico il punto di vista di un bambino che guarda al mondo con occhi limpidi e senza giudizio. Tiny Tim racconta infatti che Scrooge “non è capace di sorridere ed è sempre in collera con chiunque gli rivolga la parola” ma che in realtà “è soltanto solo” e nessuno dovrebbe rimanere solo a Natale.»