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ik Tok è un social network cinese che permette di condividere clip abbinate a musica, effetti sonori e filtri ed è proprio su questa piattaforma che la ragazza ha pubblicato il video ormai diventato virale.
Il video appare come un tutorial su come utilizzare piegaciglia, ma in realtà Feroza Aziz, ragazza diciassettenne statunitense, ha voluto mettere il mondo a conoscenza di “un nuovo olocausto di cui nessuno parla”. La ragazza dice: “In Cina stanno deportando i musulmani nei campi di concentramento per convertirli: chi non lo fa non torna vivo”. Tik Tok, ha bannato la ragazza per un mese, ma per fortuna il loro intervento è arrivato tardi, perché il video è ormai virale ed è stato condiviso su altri social network.
Purtroppo questa che Feroza ha denunciato è una realtà che si sta sviluppando sotto gli occhi del mondo, ma nessuno sembra volerlo vedere: le due inchieste che sono state condotte dal New York Times e dall’Icij, un consorzio di 17 testate internazionali, grazie anche al lavoro di Human Rights Watch, ha dimostrato che quelle che le autorità cinesi chiamano “centri di educazione e formazione” non sono affatto quelli che dicono e che questo accanimento contro gli uiguri risalirebbe all’11 settembre 2001. Oltre un milione di musulmani per la maggior parte di etnia uigura sono stati deportati in questi campi di concentramento in base a delle schedature informatiche fatte tramite smartphone.
Un uiguro su dieci è attualmente detenuto e viene sottoposto a quella che loro definiscono “rieducazione”, ma anche, stando a testimonianze dirette, a isolamento, vessazioni, torture.
In una sola settimana nel sud dello Xinjiang, quasi 25mila arresti arbitrari.
Una situazione drammatica che sta portando alla devastazione, al massacro di un intero popolo e che la ragazza ha voluto portare alla luce.
Perché abbiamo il dovere di non chiudere gli occhi.
Abbiamo il dovere di non dimenticare. Mai.